MOZIONE – Unire le forze, promuovere il cambiamento

novembre 2, 2011admin2011, iniziative nel PD0

La situazione politica e sociale del Paese è molto grave.

Non lo dicono solo il PD e le forze politiche di opposizione ma, oramai, la quasi totalità della società italiana: sindacati, imprese, organizzazioni di categoria, organizzazioni di volontariato e della società civile.

Questa situazione, che ha  il suo epicentro fuori dai confini nazionali, ha determinato ripercussioni più gravi e profonde in Italia a causa dell’incapacità di governo e delle  scelte politiche sbagliate che il berlusconismo ha prodotto nell’ultimo quindicennio. Il declassamento del raiting del Paese ne è l’ultima evidente manifestazione.

Questo lungo periodo ha provocato un impoverimento economico degli italiani, ma è sotto gli occhi di tutti anche il degrado sociale e culturale che ha prodotto.

È giunto il momento di far prevalere un nuovo spirito pubblico, che aiuti l’Italia a rimettersi in piedi. È giunto il momento di dedicare ogni sforzo a “ricucire” il Paese, come chiede nel suo recente appello Gustavo Zagreblesky.

Il centrosinistra e il PD hanno una classe dirigente che può raggiungere l’obiettivo della ricostruzione morale e civile dell’Italia, sol che si presentino uniti e dialoghino con una società che attende parole, gesti, azioni di rinnovamento.

Se la destra divide sé stessa e il Paese, e trascina la democrazia verso il punto più basso della storia italiana, il centrosinistra e il PD devono fare l’opposto. Non siamo semplicemente ad un passaggio politico, siamo ad un passaggio storico. Per questo, nessuna parola, nessun gesto, nessuna azione del centrosinistra e del PD devono seguire il percorso della destra.

In tutto questo il PD nazionale ha dato la propria disponibilità, in caso di dimissioni dell’attuale Governo, ad un governo di transizione che porti a una nuova legge elettorale e ad elezioni anticipate.

Condividiamo questa posizione nell’interesse del Paese.

Per la prima volta dopo anni i sondaggi danno il centrosinistra in vantaggio sul centrodestra e il PD in recupero di consensi.

Ora, quindi, è il momento dell’unità del Partito. Un partito non vive di strappi, di personalismi, di forzature, men che mai di sfide infinite e di tentativi di scalata della leadership fuori dalla regole che si è dato. Vive nella chiarezza, nell’onestà, nell’affidabilità dei suoi processi democratici. Perciò, il PD non può proporsi come soggetto innovatore se non mantiene fede ai suoi impegni.

Ora non è il momento aprire divisioni per la leadership nazionale. Siamo l’unico partito italiano ad avere in Segretario eletto con le primarie aperte ai cittadini e Bersani ha avuto il suffragio di milioni di voti.

Siano il PD e le forze del centro sinistra con esso coalizzate a decidere, nel modo ritenuto più appropriato, a chi deve essere affidata la leadership per sfidare Berlusconi alle prossime elezioni, sapendo che l’esito più naturale, in caso di elezioni anticipate, è che questa sia esercitata da Pierluigi Bersani, nella sua qualità di segretario nazionale del PD in carica, o direttamente o mediante primarie a cui il PD non può andare se non con il volto del suo segretario. Si mettano perciò da parte inutili contrasti e forzature, esercizi e giochi formalistici di modifiche statutarie, soprattutto in un momento nel quale le elezioni anticipate appaiono l’esito più probabile della crisi italiana.

Siamo alla vigilia della manifestazione nazionale del PD del 5 novembre, e noi contiamo sul fatto che centinaia di migliaia di cittadini italiani verranno a manifestare con noi. Dimostriamo loro che ci meritiamo tanta fiducia.

Oggi, a maggior ragione in una prospettiva di elezioni anticipate, è fondamentale rafforzare il Partito, definire insieme il programma alternativo al centrodestra e non perdersi dietro alchimie di modifiche statutarie, al solo fine di uno scontro interno teso a cambiare la candidatura del Pd alla premiership, che creerebbero divisioni incomprensibili per l’opinione pubblica italiana, indebolendo il Pd e tutto il centrosinistra. Dobbiamo avvertire prima di tutto e sopra ogni aspirazione personale o di gruppo, la responsabilità verso il Paese a cui dobbiamo dare il nostro contributo per rimettersi in piedi, ritrovare la dignità perduta sullo scenario internazionale a causa dei comportamenti pubblici e privati di Berlusconi e riprendere la strada dello sviluppo equo e sostenibile e della normalità istituzionale e politica.

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