La finanziaria regionale per il 2011

novembre 24, 2010admin2010, I miei ARTICOLI0

La finanziaria regionale

1.

Le cifre

Bilancio. La Regione Toscana ha un bilancio di circa 9 miliardi di euro. 6 miliardi e 600 milioni sono il bilancio della sanità.

Livello della spesa (e patto di stabilità). Prima della manovra, la Regione Toscana poteva impegnare per il 2011 (oltre alla spesa per la sanità) al massimo 2 miliardi e 178 milioni di euro. Con la manovra estiva, siamo arrivati a 1 miliardo e 858 milioni.

E’ il taglio dei 320 milioni, che però sembra ora siano 360, che dunque abbassano la risorse impegnabili nel 2011 a 1 miliardo e 818 milioni.

In queste risorse ci sono sia spese correnti e di funzionamento sia spese di investimento.

Le spese di investimento per il 2011 dovrebbero ammontare a 350-400 milioni da programmi comunitari e programma nazionale FAS, più 400-450 milioni da risorse regionali (100 milioni per la sanità).

La manovra di bilancio. Con la legge finanziaria e la legge di bilancio la Regione ha dovuto operare una forte riduzione della spesa:

-      riduzione dei costi di funzionamento per circa 80 milioni; qui dentro c’è un po’ di tutto, spese di rappresentanza, comunicazione, funzionamento della macchina regionale e enti dipendenti, costi della politica, ecc.

-      minori finanziamenti per le politiche: industria e artigianato (20 milioni), cooperazione internazionale (1), caccia (1,2), cultura (1,5), edilizia residenziale (25), sociale (1,2), agricoltura e pesca (6), ambiente (5), emotrasfusi (6), ecc.

-      il trasporto pubblico: la riduzione inizialmente prospettata è di 154 milioni, che però nelle previsioni dovrebbe passare a 30 milioni di taglio, pensando di utilizzare i fondi del FAS per coprire la spesa degli altri 130 milioni. Con la mancata approvazione della norma della legge di stabilità dello Stato che consentiva questo utilizzo dei fondi FAS, si è dunque determinata una situazione molto difficile. E sembra che il Governo intenda consentire alle Regioni di usare per il trasporto pubblico locale le risorse del Fondo sociale europeo (FSE).

2.

Attenzione alle cifre che si rincorrono

Le cifre si rincorrono, ed è difficile per tutti trovare il punto effettivo di soluzione, poiché molto della manovra regionale dipende dai calcoli del Ministero dell’economia (quanto dei 4 miliardi di tagli tocca alla Regione Toscana? 320 milioni? 360? Come si copre parte della spesa del trasporto pubblico locale?). Nei prossimi giorni, dopo l’approvazione della legge di stabilità dello Stato sapremo dove andremo a finire … Ma intanto le cifre attuali parlano di una manovra enorme, che rischia di mettere in discussione la qualità dell’intervento regionale. L’impegno della Giunta e del Consiglio è massimo, per evitare la crisi delle politiche di welfare. Così, si cerca di garantire la spesa per l’istruzione, per la non autosufficienza, e in generale la spesa per migliorare la qualità degli investimenti. La Giunta proporrà nei prossimi giorni un maxi emendamento proprio sulla spesa per investimento, per dare alla nostra regione almeno una prospettiva seria di sviluppo.

3.

La legge finanziaria regionale: una politica di riforma per cambiare l’amministrazione pubblica

Tutta la legge finanziaria regionale è pervasa dallo spirito del cambiamento della pubblica amministrazione, con un occhio alla riduzione delle spese e un occhio alla riforma.

Così arriviamo dunque a cosa dice questa legge. Provo a sintetizzare al massimo.

Riduzione dei costi di funzionamento della Regione

Con un proprio atto amministrativo la Giunta regionale attuerà una riduzione complessiva della spesa di funzionamento, in particolare di personale.

Organismi ed enti dipendenti della Regione

Anche qui forte riduzione delle spese di funzionamento per tutti gli enti regionali, per personale, formazione, rappresentanza e logistica. Ridotti anche i contributi agli enti.

Società partecipate

Riduzione del 10% dei compensi agli organi amministrativi delle società partecipate.

Enti e aziende del servizio sanitario

Riduzione del 5% delle spese generali di funzionamento, riduzione dell’80% delle spese di pubblicità e rappresentanza. Limite di spesa al personale, in modo tale che vi sia un risparmio dell’1,4% rispetto al 2006. Piano annuale di revisione delle spese di personale degli enti e delle aziende del servizio sanitario regionale. Conferma degli investimenti per l’innovazione e il potenziamento dei servizi territoriali e del piano straordinario degli investimenti sanitari, per rinnovare e riqualificare le strutture (100 milioni di euro l’anno).

Fondazioni regionali

Taglio del 15% delle spese di funzionamento. Sostituzione delle indennità di carica con gettone di presenza di 30 euro.

Soppressione dell’Arsia e riorganizzazione delle attività di ricerca, sperimentazione e gestione agricolo forestale

Tutte le attività dell’Arsia passano alla Regione. L’idea è invece di costituire nel prossimo futuro un organismo preposto all’attuazione degli interventi di sviluppo della cd. Green Economy, previsti nel programma di governo.

Trasferimento all’ente parco di Migliarino delle funzioni di incremento ippico

 

ARS, IRPET e Azienda reg. per il diritto allo studio universitario (ARDSU)

È effettuato un intervento sulle leggi istitutive di aziende regionali, che prevede la riduzione delle spese di funzionamento (gettone di presenza di 30 euro per gli amministratori in sostituzione delle indennità di funzione)

Aziende di promozione turistica (APT)

Le APT esistenti nelle province (in alcune sono più di una) sono tutte soppresse, e le funzioni di promozione sono riportate a livello regionale.

ATO rifiuti e idrico

La legge statale ha previsto la soppressione delle Autorità di ambito territoriale (ATO, oggi 6 per l’acqua e 3 per i rifiuti). Oggi le ATO sono tutte consorzi di comuni.

La legge regionale unifica l’ambito del servizio idrico integrato (un unico ambito regionale) e prevede che le funzioni delle 6 ATO siano esercitate dalla Regione, mediante un suo commissario.

Per i rifiuti, si confermano i tre ambiti attuali, si prevede che le funzioni siano assegnate alla Regione che le eserciterà con 3 suoi commissari.

Questi 4 commissari subentreranno nei rapporti delle ATO, faranno le gare per l’affidamento dei servizi a gestori unici, dove ancora non sono state fatte:

-      per i rifiuti l’ATO sud (Arezzo Siena Grosseto) ha avviato la gara, ma non l’ha conclusa; gli altri due ATO non hanno fatto nemmeno la gara!

-      per il servizio idrico in gran parte gli affidamenti esistono, e dunque il commissario gestirà i contratti e opererà laddove ancora ci sono problemi (Lucca)

Il problema è che ci sono ancora molte gestioni disperse, fatte di aziende e società partecipate dai comuni, e che oggi i comuni sono sia controllori (ATO) che controllati (società di gestione). Questa situazione dovrà essere superata. La legge però non fa subito la riforma, fa un passo verso la riforma, per gestire una situazione transitoria che diventerebbe molto difficile a causa della soppressione delle ATO stabilita dalla legge statale (le ATO cessano il 31 dicembre 2010!).

Le attuali ATO consorzi comunali saranno liquidati da altri commissari, scelti dai comuni o, se i comuni non lo fanno entro il 31 dicembre 2010, individuati nella persona degli attuali presidenti dei consigli di amministrazione.

Trasporto pubblico locale

Qui c’è una forte novità, perché si va a concentrare in un unico ambito regionale le funzioni svolte dai comuni, dalla provincia e dalla Regione. L’obiettivo è fare una gara unica per il trasporto su gomma, unificandola se possibile con la gara del trasporto su ferro. Si costituisce un ufficio unico degli enti locali e della Regione che fa tutte le gare. Gli enti locali non sono obbligati a costituire questo ufficio unico, ma sono incentivati a farlo, ed entro il 31 gennaio si dovranno fare le convenzioni per attribuire (delegare) alla Regione la costituzione di questo ufficio.

Comunità montane da trasformare e piccoli comuni

Dal 2011 la Regione concentrerà le risorse finanziarie per l’esercizio associato delle funzioni comunali, attribuendole solo alle unioni di comuni, che esistono (7) o che nasceranno, anche dalla trasformazione delle comunità montane. L’obiettivo è fare in modo che i piccoli comuni siano pronti per gestire le funzioni fondamentali insieme, come già stabilisce la legge dello Stato. Queste norme non stabiliscono lo scioglimento delle comunità montane, danno unicamente la possibilità ai comuni di attrezzarsi per reggere il confronto con i nuovi obblighi di legge.

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