





Caro Pier Luigi Bersani, care donne e cari uomini della direzione nazionale del PD,
potremmo prenderla alla lontana o metterla sul filosofico, discorrere dell’essenza della democrazia e invocare la Costituzione. La diciamo invece così: in parlamento – nel parlamento italiano del 2013 – è bene che vadano tante donne, tante quanti saranno gli uomini. Da quando il mondo è mondo, nessun cambiamento è stato autentico se non è stato fatto per gli uomini e per le donne.
13 febbraio 2011, è da lì che è partita la riscossa civile delle italiane e degli italiani. Due anni dopo, può il PD fare a meno delle donne? Non può, nemmeno durante un’impresa quasi impossibile come queste primarie veloci come il fulmine. Ma l’Italia ormai sa che il PD è un partito capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Si aspettano, gli italiani e le italiane, il primo rinnovamento vero, forte come un tuono.
Nelle liste che le Assemblee del PD si apprestano a comporre, e nelle liste che andranno alle primarie. Un uomo e una donna, una donna e un uomo, Fifty-Fifty. Perché il PD è di tutte e di tutti.
Come fare? Semplice: facciamo dovunque due liste, la lista delle democratiche e la lista dei democratici, e ripartiamo la rappresentanza come nessuno finora ha mai fatto, e come le donne vogliono vedere che fa il loro PD. Il PD maschio e femmina. E magari consentiamo alle elettrici e agli elettori di esprimere su ogni scheda non un solo voto ma più voti, in modo che la competizione sia più solidale e meno aspra, più ricca di persone che sono in grado di dare qualcosa di importante alla politica.
Attendiamo con fiducia buone decisioni.
PS: perché ci si intenda, questa lettera è firmata da chi alle primarie ci andrà per votare, non per essere eletta/o.
Daniela Lastri
Oggi 9 novembre ore 18 al circolo Arci Vie Nuove – viale Giannotti 13, c’è Ignazio Marino a discutere di diritti, saperi, solidarietà all’appuntamento delle primarie. Da non mancare.